«Ho visto che in guerra, per quanto possa sembrare paradossale,
gli uomini sono felici. Per loro, il mondo ha un senso. Come ti ho
detto prima, il potere assoluto – o il sacrificio per una causa –
dà un significato alle loro vite. Sanno amare senza limiti perché
non hanno più niente da perdere. Un soldato ferito a morte non
dice mai ai medici: “Vi prego, salvatemi!” Generalmente le sue
ultime parole sono: ‘Dite a mio figlio e a mia moglie che li amo’.
Nel momento della disperazione, parlano d’amore!
[...]
“Esther domanda perché gli uomini sono tristi.
“’È semplice’, risponde il vecchio. ‘Vivono imprigionati nella loro
storia personale. Tutti sono convinti che l’obiettivo dell’esistenza
sia quello di portare a compimento un piano. Nessuno si domanda
se quel progetto sia il proprio, o se sia stato pensato da altri. Le per
sone accumulano esperienze, ricordi, cose e idee altrui – più di quan
to possano sostenere. E così dimenticano i propri sogni.’
[...]
“’Come si può fare per liberarsi di questa storia che ci hanno raccon
tato?’
“’Bisogna ripeterla a voce alta: noi rappresentiamo i suoi dettagli prin
cipali. E così, a mano a mano che la raccontiamo, ci congediamo da
ciò che siamo stati, e – te ne renderai conto quando deciderai di affron
tare questo cammino – ci apriamo a un mondo nuovo, sconosciuto.
Ripeteremo tante volte quella storia antica, finché non avrà più importanza
per noi.’
[...]
Quando le persone raccontano le loro storie, prendono coraggio».