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2011-08-23T15:54:00+02:00

La doratura

Pubblicato da elmary

La doratura è un processo di decorazione ornamentale usato su diversi

materiali e con diverse tecniche per impreziosire un oggetto tramite

 l'apposizione di un sottilissimo strato di  oro detto foglia.

 Più raramente sono usati sostituti per l'oro, quali leghe che simulano

 il color oro, argento o rame.
I suoi usi principali sono nella produzione di volumi di pregio per bibliofili,

nella decorazione di mobili di lusso e nell'arte.
La doratura era una tecnica molto diffusa nell'arte e nell'architettura

medievale, specialmente in quelle bizantina e rinascimentale dove

la foglia d'oro veniva usata nei dipinti su tavola di legno, per esaltare

 l'effetto visivo delle aureole dei santi, o il brillare del sole: l'inattaccabilità

alla corrosione dell'oro ha permesso a queste tavole di giungere fino ad

oggi con immutato splendore.


Esistono diverse tecniche di doratura.

Doratura a guazzo

La Madonna di Ognissanti di Giotto su tavola dorataLa doratura a guazzo

è la tecnica tradizionale, la più difficile, usata sin dal 1200 dai grandi artisti italiani ed europei.

La decorazione in oro arricchiva il dipinto sia materialmente che artisticamente, donando

 luminosità all'opera ed esaltando i colori della parte a pittura. Non sono rari i casi di tavole

 in cui tutto il fondo, ad eccezione del santo rappresentato, è interamente dorato.

Nella doratura a guazzo l'oro viene steso per primo sulla tavola, ed in seguito si passa

 alla pittura vera e propria. La tavola viene preparata incidendo il bordo dell'area da dorare,

dopo di che si applica un composto colloso ed infine la lamina metallica.

Il substrato usato in passato era composto da acqua, bianco d´uovo montato

 a neve e bolo, un composto di argilla grassa e finissima; oggi la composizione

è cambiata, e si usa dare due strati, eventualmente preceduti da un trattamento antitarlo.

Per primo uno strato (Ammanitura o imprimitura) di solfato di calcio idrato,

detto anche Gesso di Bologna, bianco di Meudon o bianco di Spagna,

scaldato a bagnomaria con colla animale.

 Necessita solitamente di 2-5 mani di stesura, e va levigato con grande

cura per lasciare la tavola perfettamente liscia.

 In seguito si passa il bolo d'argilla: va mescolato con acqua e colla animale

 (in genere di coniglio) in proporzione rispettivamente di 3:10:1 o 3:8:1.

In alternativa esiste anche il bolo sintetico acrilico, già pronto.

Il bolo influenza il colore finale della doratura, per cui a seconda della

necessità può essere giallo (oro brillante), rosso (oro scuro) o nero (oro antico).

Esistono anche tecniche particolari, usate per lavorazioni

 specialistiche, tra cui l'applicazione del cosiddetto bolo armeno

 (un'argilla particolare, color terra di siena disponibile in blocchi da sbriciolare)

o l'uso di colle di pesce invece che di coniglio, più resistenti e stabili ma difficili da applicare.

Una volta applicato a pennello il bolo, con una delle due tecniche descritte,

 si procede all'asciugatura in aria e alla levigatura dello stesso con uno strumento,

detto brunitoio, in pietra dura (agata) o osso.

Solo con una tavola perfettamente liscia si può procedere alla doratura vera e propria,

cioè l'apposizione di lamine sottilissime di oro zecchino, trasferite con grande cura

dalla base in carta alla tavola inumidita tramite un coltello sottile (coltello da doratore)

 o un pennello morbido. Prima di questa operazione è indispensabile stendere una

sottilissima passata di guazzo, un composto di alcol, acqua e colla di coniglio in rapporto

 rispettivamente di 50:200:1. Il

 guazzo va steso immediatamente prima dell'applicazione dell'oro.

 Una volta posizionata, la foglia può essere sagomata col medesimo coltello.

Le foglie vanno sovrapposte di un paio di millimetri, per evitare inestetismi e

distacchi. Il foglio usato può essere di diverso tipo e valore, dall'oro a 22 o più carati,

alle imitazioni di argento.

Una volta applicata la foglia d'oro vi si possono realizzare differenti trattamenti.

 I più comuni sono

Porporina: si distribuisce sulla superficie una polvere finissima che colora e

riempie le crepe del materiale (in genere la ceramica). A seconda del colore

 (oro, argento o bronzo) si può usare per esaltare l'effetto craklè o per uniformare

 il colore della superficie. Necessita di un substrato detto missione.
Brunitura: da farsi una volta asciutta la colla, consiste nello sfregamento della lamina

 con un attrezzo detto brunitoio (composto da un manico in legno e una testa in agata

sagomata). Lo sfregamento serve a levigare la lamina d'oro e a renderla lucida.

 La brunitura viene omessa per particolari effetti di "anticato". Va effettuata in diversi

sensi, per non lasciare tracce di striature
Velatura: la velatura serve per proteggere la doratura dall'invecchiamento e per ridurre

 la lucentezza dell'oro brunito. Può essere effettuata con una stesura leggerissima di

 cera, con gommalacca, vernice mecca o con altre sostanze. Non è strettamente necessaria,

ma favorisce il mantenimento della lucentezza nel tempo.
Invecchiamento: durante il restauro è necessario rendere la lamina nuova omogenea

con quella originale rimasta. Si spennella una soluzione di bitume in acquaragia,

o una apposita vernice del colore corretto, cercando di non lasciare striature.

Una volta data la prima passata a pennello si può procedere con del cotone

a uniformare la stesura.
Decorazione: sulla foglia in oro possono essere applicati stampi a pressione e sigilli

 per decorare il pezzo prodotto.
Una variante della doratura a guazzo è la doratura a spolvero, che invece delle foglie

d'oro utilizza sottili polveri metalliche applicate a caduta sulla base in bolo e collante
Doratura a missione
L'affresco della Deposizione degli Scrovegni di Giotto con dettagli in oroLa missione

è uno speciale composto usato per applicare la doratura su parti ridotte: era una tecnica

 usata prevalentemente nel XVIII secolo, per impreziosire piccole parti di dipinti.

È necessario isolare il fondo della tavola con qualche stesura di colore acrilico, da levigare

una volta conclusa la applicazione. La missione è una colla di olio di lino, resina e pigmenti,

che va distribuita con cautela in una o due mani, usando un pennello piccolo e morbido.

Oggi esistono anche missioni viniliche, più rapide da applicare dato che non necessitano

 pre-asciugatura ma il cui effetto è meno luminoso.

Una volta applicata si lascia asciugare parzialmente (fino a 12 o 24 ore) e si sovrappone la foglia d'oro.

 Premendo con del cotone si fa aderire su tutta la superficie, dopo di che si spolvera

con un altro pennello morbido per togliere le impurità.

È una tecnica di applicazione più semplice, ma è inadatta a grandi coperture. Un altro limite

 è l'impossibilità di effettuare la brunitura, data la mancanza del bolo sottostante,

che impedisce di ottenere un effetto molto brillante.

È detta anche doratura a mordente
Doratura su carta 

La doratura della carta è un processo usato soprattutto per la produzione di manoscritti

e prodotti cartacei di pregio. Si effettua applicando a caldo una foglia oro sul dorso o

piano delle copertine di libri, che viene punzonata nei punti dove deve rimanere impressa.

Sul piano della carta viene utilizzata anche la doratura a rilievo, mentre sulla superficie

del taglio delle pagine può essere effettuata tramite un particolare tipo di lavorazione

 detta labbratura.

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